La cosìddetta paleodieta è un regime alimentare scoperto dal prof. Loren Cordain, un americano docente di scienze, il quale decise che il nostro genoma sia per buona parte uguale a quello dei nostri antenati, quelli che vivevano cacciando animali ma anche raccoglitori di cibo, per cui propose di mangiare come loro.
Ma Cordain non ha tenuto conto che, per motivi ambientali e nutritivi, i nostri antenati vivevano proprio pochi anni, al massimo due-tre decine di anni. Questo modello dietetico paleolitico, oltre ad essere inadeguato per l’ambiente, lo è pure per l’uomo perché l’eccesso di scorie azotate e l’effetto infiammatorio dovuto alle troppe proteine animali introdotte comportano una riduzione della durata di vita.
In cosa consiste la dieta paleo?
La dieta paleolitica è basata sull’alimentazione che, secondo questa teoria, l’uomo primitivo delle caverne seguiva nel periodo precedente la scoperta dell’agricoltura. Iperproteica, basata sul consumo regolare di carni magre, pesce (no grandi pesci come pesce spada o tonno), frutti di mare, frutta secca, frutta fresca e verdura.
Prevede l’abolizione di cereali (pasta, riso, pane, cereali in chicco, farine…), zuccheri raffinati, patate, legumi, latticini, tutti i cibi industriali, caffeina e alcool. La dieta prevede anche l’assunzione di quantità moderate di lipidi. Dal un punto di vista nutrizionale la valutazione è pessima! Infatti possiamo osservare che gli apporti di carboidrati e proteine sono sbilanciati rispetto ai fabbisogni di riferimento.
Le proteine, inoltre, derivano unicamente da alimenti di origine animale, per cui è molto facile superare il livello massimo di assunzione giornaliera di colesterolo.
Inoltre è ormai accertato dalla comunità scientifica che consumare oltre 500 g di carne rossa alla settimana aumenta l’incidenza del cancro al colon-retto. Non vengono posti infatti limiti alle quantità da consumare. È consigliato inoltre il consumo identico di acidi grassi omega-6 e omega-3, mentre la letteratura scientifica fissa il rapporto “ideale” tra omega-6/omega-3 pari a 5:1, in quanto un apporto sbilanciato di questi due acidi grassi potrebbe portare a un aumento del rischio di malattie cardiache.
La dieta paleo è salutare? Teoricamente e parzialmente potrebbe avere il potenziale per essere sano, ma pur tuttavia mette molto a rischio la salute a causa delle carenze di calcio e vitamina D, che sono fondamentali per la salute delle ossa. Allo stesso tempo, i grassi saturi e le proteine possono essere consumati molto al di sopra dei livelli raccomandati, aumentando il rischio di malattie renali e cardiache e alcuni tipi di cancro.
Quali sono gli effetti negativi e gli svantaggi della Paleodieta?
- Si rischia di adottare abitudini nutrizionali scorrette
- A lungo termine può rappresentare un fattore di rischio per la salute
- Costo medio alto che può diventare costoso
Se non si mangiano cereali o latticini che sono molto buoni per la salute e l’energia si hanno effetti di grave stanchezza.
Questa dieta può essere difficile anche per i vegani e i vegetariani, soprattutto perché esclude i fagioli. La maggior parte degli atleti ha bisogno di 3-6 grammi di carboidrati per chilo di peso corporeo al giorno e ne deriva un’altra conseguenza negativa della dieta paleo, cioè la stanchezza, perché la drastica riduzione di carboidrati priva il corpo delle energie necessarie a rimanere attivo e vigile.
La chetosi, cioè la produzione di corpi chetonici, crea sempre uno stato di stanchezza, anche se all’inizio sembra magari di avere più forza e leggerezza, che però dura pochissimo.
Quando l’apporto di carboidrati è minimo, l’organismo inizia a marcare il senso della fame con conseguente disfunzione tiroidea, sempre per colpa della chetosi. Ne deriva un’alimentazione ricca di grassi animali che fa aumentare l’apporto di grassi saturi, che danneggia cuore e arterie. Come tutte le diete ad alto tasso di proteine animali, anche la dieta paleo comporta un aumento del colesterolo “cattivo” Ldl e assieme aumenta l’acido urico nel sangue.