Il cacao, inoltre, appartiene al gruppo degli alimenti nervini perché contiene degli alcaloidi, cioè sostanze farmacologicamente attive, costituite dall’1-2% di caffeina e di teobromina, che è un derivato della caffeina, in un rapporto di 1 a 8. Rispetto al tè e al caffè, il cacao contiene, inoltre, un grasso buono: il burro di cacao, che è privo di colesterolo perché di origine vegetale, costituisce il 50% dei grassi naturalmente presenti nel cioccolato. Quindi mentre una tazzina di caffè non zuccherata non apporta alcuna caloria, il cacao amaro fornisce 335 calorie per cento grammi di prodotto.
Altro dolce classico immancabile a Pasqua è la colomba che fa da contraltare al panettone e al pandoro, simboli indiscussi del Natale. Quando si mangia la colomba bisogna tener conto della quantità di burro e altri tipi di grassi, oltre a zucchero, farina, mandorle, glasse e farciture varie che la compongono. Nella colomba la presenza di calorie è importante e sarebbe meglio consumarla a metà mattina o a metà pomeriggio, come rompi-fame, infatti non è ideale nutrirsene a fine pasto, dopo un pranzo sicuramente ipercalorico.
Ci sono poi una miriade di dolci tipici di ogni regione che se introdotti per pochi giorni possono essere gustati e «sopportati» da qualunque dieta. Ma siccome Pasqua è una volta l’anno, vanno bene anche questi dolci gradevoli e da martedì si ritorna a frutta e verdura per ritrovare la leggerezza che la stagione primaverile impone.